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giovedì 15 maggio 2008

BERLUSCONI: VOGLIAMO CAMBIARE L'ITALIA E LO FAREMO

Vi proponiamo il discorso di replica del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, pronunciato nell’aula del Senato il 15 maggio 2008
Signor Presidente, onorevoli senatori, desidero associarmi anche io all’augurio che il Presidente ha appena rivolto a nome del Senato ai soldati che sono stati colpiti questa mattina in Afghanistan. Vi porto la notizia che il sottufficiale Andrea Tomasello, che è sotto operazione, viene definitivamente confermato come fuori pericolo. Credo che, nella notizia cattiva, si tratti di una notizia buona. Signor Presidente, signori senatori, ieri ho assistito fin quasi alla fine al dibattito sulla fiducia. Questa mattina ho continuato a seguirlo dal mio ufficio attraverso la televisione e ho molto apprezzato, tra gli altri, l’intervento del presidente Marcello Pera, i suoi interrogativi sull’identità, sul relativismo e sulla democrazia e la sua accurata denuncia sul male morale che affligge l’Occidente e l’Italia e dal quale derivano tanti pericoli per la nostra vita pubblica e per le prospettive di ripresa del nostro Paese. Allo stesso modo, ho apprezzato anche il richiamo del senatore Pisanu alla sostanza e al metodo del dialogo e la sua analisi preoccupata e propositiva sui problemi e sul dramma del Mezzogiorno, convinto anche io, come lui ha detto, che l’Italia sarà quello che il Sud sarà. Complimenti quindi al senatore Pera, al senatore Pisanu e ai tanti senatori che sono intervenuti in questo dibattito.
Debbo però confessare che la soddisfazione, il compiacimento e - lasciatemelo dire - la gioia più grande è stata quella di constatare che tutti - dico tutti - gli interventi dell’opposizione sono andati al contenuto, alla sostanza dei problemi. Nessuno, proprio nessuno, si è indirizzato con attacchi personalistici contro la maggioranza, i suoi esponenti e il suo leader. Questo dibattito mi ha fatto sentire come possibile la concretizzazione di un sogno a lungo inseguito: quello di una democrazia finalmente bipolare, con una destra definitivamente liberale, democratica, occidentale e una sinistra non più subalterna all’ideologia, all’estremismo, al giustizialismo.A differenza del passato si è discusso di contenuti, di cose da fare, di cose da non fare, ci si è distinti, come è giusto, su progetti alternativi, ma senza contrapposizioni ideologiche o pregiudiziali personalistiche. Discutere sulle cose serve per mettere insieme idee e capacità e le critiche servono a riflettere e a migliorare le proprie scelte. Così funziona, così deve funzionare una democrazia davvero matura e compiuta.
Signor Presidente, signori senatori, è con questo spirito, con questo stato d’animo, con questa speranza e con quell’ottimismo che, visto il difficile momento della crisi internazionale e nazionale in cui siamo e saremo chiamati ad operare, non sarebbe forse fuori luogo accostare a quella lungimirante e visionaria follia di cui Erasmo da Rotterdam ha tessuto l’elogio, che chiedo al Senato la fiducia per il Governo che ho l’onore di rappresentare.

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