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mercoledì 14 gennaio 2009

Le guardie campestri ”in rosso”

Consorzio in gravi difficoltà

MASSAFRA – La difficile situazione economica in cui versa il Consorzio Guardie Campestri è ormai nota: il disavanzo viaggia attorno ai 410mila euro. Nei giorni scorsi, nell’aula consiliare del Comune di Massafra, si è tenuta l’assemblea degli associati,alla quale ha partecipato anche il sindaco Martino Tamburrano. Il presidente dell’ente, Antonio Izzinosa, ha illustrato il bilancio approvato lo scorso 4 dicembre, «risultato di un faticoso lavoro di ricostruzione contabile della situazione patrimoniale ed economica del Consorzio, anche per il fatto che non esisteva o non è stato consegnato all’organo di amministrazione attuale in carica la situazione del patrimonio al 31 dicembre 2006». «Questa amministrazione – ha proseguito– si è trovata di fronte ad una situazione economica avvero molto critica, ereditata dalle gestioni passate, e anche perché gli strumenti a disposizione per poter aumentare la base delle entrate erano e sono esigui, considerando che per il 2007 si è fatto solo un aumento delle quote associative del 5%, nel 2008 del 10% e nel 2009 del 20%». Con quest’ultima operazione, nel giro di tre anni, l’attuale amministrazione ha portato il livello dei costi pari a quello delle entrate. Il problema rimane per ciò che riguarda la situazione debitoria precedente: 254mila euro di Inps contributi Oti, dal 1999 al 2006; 17mila e 166 euro di Inps contributi impiegati, dal 2004 al 2006, e 138mila euro di trattamento fine rapporto. A questi, si aggiungono gli stipendi da luglio a dicembre 2008, pari a 80mila euro, che, però, sarebbero stati pagati se tutti avessero versato le quote associative relative al 2008. L’ente opera sul territorio massafrese da 60 anni, con la finalità di «creare un’organizzazione comune atta a tutelare la proprietà dell’agro di Massafra dai furti e dai danni», garantendo così la sicurezza. Dal momento che, per il 90%, il suo bacino di utenza è rappresentato da imprese agricole, la sua attività riguarda, in particolar modo, la tutela e la salvaguardia degli agricoltori e dei loro beni, al fine di scoprire nicchie di criminalità che attentano alla sicurezza degli stessi agricoltori. Tra i fenomeni criminosi contrastati tuttora, i furti dei prodotti sulle piante, i danni alle piccole strutture, il furto di macchinari agricoli particolarmente costosi, che vengono scomposti o restituiti solo dopo il pagamento di un prezzo di riscatto, la segnalazione agli organi competenti del l’eventuale presenza di discariche abusive di materiali inerti e pericolosi e del fenomeno del randagismo. In passato, la lotta al fenomeno del racket dei tendoni e de contrabbando delle sigarette, la prevenzione e la repressione dei reati contro il patrimonio, non solo quello agricolo. Attualmente l’ente vanta circa 1500 associati, per la maggior parte agricoltori. Ma il servizio di vigilanza si estende anche ai capannoni industriali e commerciali, alle case rurali e ai fabbricati. Circa 13mila gli ettari di territorio extraurbano su cui si sviluppa il servizio, 140 le contrade interessate. Il tutto, in sinergia con le altre forze dell’ordine e con l’ausilio di tecnologie avanzate. Le aziende sono infatti dotate di un sistema di radio allarme collegato ad una centrale operativa dove, in tempo reale, arrivano, attraverso segnali digitali, segnalazioni di furto, garantendo un pronto intervento. Di qui, la richiesta di aiuto all’Amministrazione comunale al fine di mantenere in vita una struttura che garantisce sicurezza ai soci e non. Tra le proposte formulate dal presidente, la richiesta di un maggior sostegno da parte dell’Amministrazione o l’assorbimento del Consorzio da parte del Comune o un ritorno dall’Ici all’agricoltura, che andrebbe a garantire anche il Consorzio.

[Corriere del Giorno]

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